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venerdì 21 dicembre 2012



VETRO SOFFIATO POESIE DI SERENA D'ARBELA

 Prefazione di Valentino Zeichen

 Spirito del fuoco

Finalmente Serena D'Arbela ricompare con una nuova raccolta poetica, dopo un intervallo di tempo che si può quantificare in quasi tre lustri. Quella precedente, quanto lontana, era contrassegnata da un glamour veneziano (città d'adozione dell'autrice) dalla nobiltà stilistica. Una poesia che rispecchia ampie visioni interiori incandescenti e subito spente da un distacco montaliano. Già allora la sua officina poetica si sarebbe ispirata ai giochi dell'ottica dei caleidoscopi linguistici che moltiplicano i significati della lirica sfuggente. Il titolo di questa sua raccolta Vetro soffiato evoca le bolle di sapone soffiate dai mantici polmonari della sensibile bambina, nel corso della sua infanzia giocosa. Ma, quasi senza avvertenze, rimanda all'imprevista scoperta di ritrovarsi adulti, ormai cavie nel laboratorio della vita; materia fluida che il tempo col tempo solidifica nelle sculture mortali. L'autrice guidata dai moti del furore si esalta teatralmente nell'investigazione romantica della nostalgia e, dantescamente, visita il cimitero del passato, da dove riporta in vita i cari fantasmi: amici, parenti, amori; bilanci, slanci, addii. Qui deflagra lo scacco metafisico e nasce lo sdegno contro il precipitoso divenire.5 Vetro Soffiato È in questo turbinoso rievocare che la poeta riscopre la bambina che è stata, mentre soffiava bolle di sapone. Il sapone si è vetrificato nelle future meraviglie delle trasparenze poetiche. Ora la bambina poeta soffia lo spirito pneumatico - non più sapone - dentro il caos della materia capricciosa che lei modella nei versi. Lo spirito del fuoco è la magia di questa poesia. Infine prevalgono i fatti: è mancata Valeria, la cara sorellina, valida pittrice ed anche il nostro comune amico Alfio, fotografo d'opere d'arte e mondane. Questa autobiografia poetica è un medicamento per chi ne legge le ricette, poichè le giuste domande sono il sapere di tutti i nostri disperati interrogativi. A chiusura di questo sorvolo della raccolta di Serena,citerei la prima strofa della bruciante poesia intitolata Scatola di fiammiferi «Apritemi per favore / dentro di me giacciono / smarriti fiammiferi / accendeteli insieme».
 Valentino Zeichen

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