SERENA D'ARBELA HA PUBBLICATO:


sabato 22 dicembre 2012

   
 

SERENAMENTE IN UN SOFFIO LA PASSIONE
di Norman Zoia

Cinque stazioni per un rosario in versi. La quarta raccolta di poesia, a 33 anni dal suo esordio lirico. La trasparenza del vetro e la profondità leggera dell'aria nella nuova opera di Serena d'Arbela. Un'autobiografia poetica che è un medicamento per chi ne sappia leggere le ricette, scrive Valentino Zeichen nella prefazione. Una girandola di malinconie ricamate nella dolcezza più virginale e in una rabbia dolorosa, aggiungiamo. Ma con uno sguardo letterario che va a precedere anche il vento più vorticoso. “Muschio per i tuoi piedi nudi […] vino inebriante nella gola / afferrata alla tua criniera / vola cavallo mio / c'insegue / la tramontana” tratteggia infatti a pagina 21 l'autrice. E qui il cavallo è altresì evocazione delle chine libere e libertarie della sorella Valeria, per altro ben presente con scampoli dai suoi preziosi dipinti lungo tutto il nobile dipanarsi delle cinque parti che compongono Vetro Soffiato (layout Pera&Mela). Abbiamo in anteprima testo e cover di questo lavoro grazie all'amica Marfeda che ce l'ha passato e intorno al quale sta montando un audiovideo. Nel frattempo Serena, che abbiamo avuto il privilegio di frequentare negli anni settanta tra Milano e Levanto, prosegue silenziosa la sua attività di traduttrice, romanziera, critico cinematografico... Aspettiamo inoltre con trepidazione il racconto di una vita trascorsa nell'impegno politico, sociale, familiare e artistico. Una storia, una sceneggiatura in punta di penna che da Ponte Vecchio e passando da Serenissimi lidi (in nomen woman) l'ha portata nella città del Santo, in quella da bere (con le dovute cautele), in quella Eterna... E in fondo, un richiamo a tutto ciò già traspare anticipato nella composizione che Sergio De Lazzari ha studiato per la copertina (qui in apertura).

 Pubblicato da Piave in data Domenica, 23 Dicembre 2012


http://www.ilpiave.it/modules.php?name=News&file=article&sid=8602

venerdì 21 dicembre 2012



VETRO SOFFIATO POESIE DI SERENA D'ARBELA

 Prefazione di Valentino Zeichen

 Spirito del fuoco

Finalmente Serena D'Arbela ricompare con una nuova raccolta poetica, dopo un intervallo di tempo che si può quantificare in quasi tre lustri. Quella precedente, quanto lontana, era contrassegnata da un glamour veneziano (città d'adozione dell'autrice) dalla nobiltà stilistica. Una poesia che rispecchia ampie visioni interiori incandescenti e subito spente da un distacco montaliano. Già allora la sua officina poetica si sarebbe ispirata ai giochi dell'ottica dei caleidoscopi linguistici che moltiplicano i significati della lirica sfuggente. Il titolo di questa sua raccolta Vetro soffiato evoca le bolle di sapone soffiate dai mantici polmonari della sensibile bambina, nel corso della sua infanzia giocosa. Ma, quasi senza avvertenze, rimanda all'imprevista scoperta di ritrovarsi adulti, ormai cavie nel laboratorio della vita; materia fluida che il tempo col tempo solidifica nelle sculture mortali. L'autrice guidata dai moti del furore si esalta teatralmente nell'investigazione romantica della nostalgia e, dantescamente, visita il cimitero del passato, da dove riporta in vita i cari fantasmi: amici, parenti, amori; bilanci, slanci, addii. Qui deflagra lo scacco metafisico e nasce lo sdegno contro il precipitoso divenire.5 Vetro Soffiato È in questo turbinoso rievocare che la poeta riscopre la bambina che è stata, mentre soffiava bolle di sapone. Il sapone si è vetrificato nelle future meraviglie delle trasparenze poetiche. Ora la bambina poeta soffia lo spirito pneumatico - non più sapone - dentro il caos della materia capricciosa che lei modella nei versi. Lo spirito del fuoco è la magia di questa poesia. Infine prevalgono i fatti: è mancata Valeria, la cara sorellina, valida pittrice ed anche il nostro comune amico Alfio, fotografo d'opere d'arte e mondane. Questa autobiografia poetica è un medicamento per chi ne legge le ricette, poichè le giuste domande sono il sapere di tutti i nostri disperati interrogativi. A chiusura di questo sorvolo della raccolta di Serena,citerei la prima strofa della bruciante poesia intitolata Scatola di fiammiferi «Apritemi per favore / dentro di me giacciono / smarriti fiammiferi / accendeteli insieme».
 Valentino Zeichen

sabato 11 febbraio 2012

Que reste t-il de nos amours

FLORILEGIO 10.02.2012 (Serena D'arbela)

Tu mi mandi una menzogna fiorita
ogni giorno di nuovi colori
tu mi sorridi bocca bugiarda
e mi fai felice
Mentimi ancora
mi piace tanto
ridere di te segretamente
tra le pareti del cuore
divenuto impermeabile
alle intemperie !
L'amore mi guarda da lontano
e' un albero contorto
dai venti.