SERENA D'ARBELA HA PUBBLICATO:


lunedì 2 novembre 2009

SIETE PROPRIO VERI?

Dalla presentazione del libro a Roma, Casa delle culture-aprile 2001 VALENTINO ZEICHEN : " MA SIETE PROPRIO VOI ? "

Stimo che nella tradizione letteraria italiana del secondo Novecento vi sono stati e continuano ad esserci molti scrittori sperimentali, appassionati agli equilibrismi linguistici e ai giochi formali e pertanto diffidenti verso i "contenuti" sentiti come trappole neorealiste e ritenuti dei veri e propri accidenti o attentati all'eleganza dello stile. Questo orientamento algido e snobistico è uno dei più coltivati e diffusi nella nostra attuale narrativa, anche se mascherato da alti valori formalistici.
Ben venga quindi una nuova letteratura della memoria che non sia timida verso i contenuti e non si balocchi nei soli giochi linguistici. Così accogliamo con entusiasmo questo romanzo di Serena D'Arbela, nella cui narrativa si coniuga l'impegno etico/estetico, la memoria in senso proustiano e la storia che oggettivizza gli eventi. La sua tastiera lessicale sa raccordare i sentimenti con i fatti, creando brillanti pagine di spartito narrativo.
Il capitolo iniziale del suo romanzo ci sorprende subito con un'intuizione folgorante di strategia romanzesca: assistiamo a una lezione di endoscopia gastrica.
"Colon è il regno del muco..." .La lunga dissertazione sulle nostre interiora si propaga nell'aura della scrittura. Non sappiamo da quale aula magma,forse ospedale, ci giunga questa voce filosofica, ma intuiamo che l'identità del docente è ascrivibile al medico, padre delle gemelle. Ma delle due è Armenia, l'alter-ego della protagonista che dialoga col fantasma del padre, evocato lungo tutto il percorso del romanzo risultando una figura struggente.
E' a causa di un artificio della circolarità che questa lezione iniziale ritorna in sorprendenti flash anche verso la fine del romanzo,configurando un simbolo della vita, rappresentato come un intestino/destino, che nelle sue serpentine sembra racchiudere il passato e il divenire, dove anche i verbi smarriscono i loro tempi.
Venezia traspare dalle lenti della scrittura, riflessa nell'acqua, satura di storia, letterariamente labirintica e così carica di rischi per ogni artista che se ne innamora, che voglia dipingerla,descriverla, ambientando vicende personali nei suoi scenari. Da secoli incombono su di lei le proiezioni fantasmatiche di generazioni
di sognatori e poeti. Il vagabondare degli spiriti decadenti non le da pace. Esteti corrotti si cullano nelle sue atmosfere fatiscenti. E nell'insieme è anche un repertorio di eleganti luoghi comuni. Perfino gli artisti da cavalletto impazziscono disorientati dalla sua volubilità metereologica. Una D'Arbela guardinga sa destreggiarsi e navigare con la sua scrittura fra queste molteplici contraddizioni e tentazioni d'estetismo ; esche avvelenate che la bellezza dissemina ovunque per far cadere in tentazione l'esteta ingenuo.
Torno a ribadire che inizio e fine del romanzo si saldano come in un anello magico. Fra questi estremi apparenti, gemelli del tempo, la figura paterna sintetizza mirabilmente un doppio nulla, fra cui scorre il tutto; l'esistenza multiforme e tentacolare si fa divenire. In questo intervallo metafisico. ma spazialmente reale, entrano in scena molteplici protagonisti, persino attori di film e tutti intrecciano le loro storie. Sui loro destini incombe il più longevo e crudele degli spettri : la seconda guerra mondiale, che sembra non finire mai. Il romanzo evidenzia bene il contrasto tra la città d'arte, fatta di quinte teatrali, summa della storia della bellezza e le sparatorie, i rastrellamenti e le deportazioni dei tedeschi, i mitragliamenti degli alleati, il caos e l'incertezza,la fame e lo sgomento quotidiano. Se paragoniamo alle nostre,le vite di certe generazioni,intrappolate da eventi storici nefasti, come un'epidemia o una guerra mondiale, viene da compatirle nel ricordo perchè indifese e in balia di molteplici calamità.
I comportamenti quotidiani dei personaggi che giocano un ruolo nel romanzo sembrano come numeri estratti a sorte dalla roulette che si combinano in ulteriori incognite. Anche i film proiettati nelle sale- che la prepotente vitalità delle gemelle divora come prede culturali - ci trasmettono delle tematiche disperanti. Il porto delle nebbie di Marcel Carnè ; Giorni perduti di Billy Wilder, Ossessione di Luchino Visconti, solo per citarne alcuni, sono film che già nei titoli presagiscono esiti drammatici.
E tuttavia ,nonostante la caduta della speranza di pace, le direttrici degli eventi storici muovono verso un esito ottimale. L'interminabile conflitto si avvia verso una conclusione positiva col profilarsi della vittoria degli alleati sulle forze dell' Asse. Le coscienze a lungo assopite dalla tirannide si risvegliano e con esse una nuova cultura democratica. Assistiamo a un susseguirsi di iniziative artistiche : pittori , musicisti, scrittori, danno vita a nuove manifestazioni culturali, celebrando la pace con la colomba di Picasso . Con primordiale curiosità intellettuale, entu siasmo adolescenziale, entrano in scena le gemelle " principesse ",che hanno sostituito i tre principi di Serendipity . E sono loro due a fare scoperte, invece dei loro tre predecessori di Ceylon. Come essi facevano un tempo, le gemelle non cercano, ma trovano !
Il romanzo mantiene il pregio stilistico di scegliere una trama libera che si realizza nel raccontare con un ritmo di jazz, di un be- bop.
Eppure il titolo di questo Bildungroman , timone del romanzo, sembra ritornare anche alla fine del libro, come un'accorata invocazione/ interrogativo che ci coglie impreparati e sgomenti : Ma siete proprio voi ?

VALENTINO ZEICHEN - Poeta-


UNA LETTERA DI VALERIA A SERENA PER "SIETE PROPRIO VERI"

GEMELLITUDINE- Non si può prescindere da questa chiave simbiotica di esperienza condivisa esaminando le opere di Serena e della gemella Valeria pittrice ( scomparsa nel 2002) cresciute insieme e insieme evolute nell’arte. Non si può esulare dai loro codici di comunicazione scaturiti dall’ infanzia e dall’adolescenza, come conferma questa lettera.


Roma, dicembre 2000

Cara Serena
ho letto il tuo libro , anzi ho accettato il passaggio che mi hai offerto
attraverso i mezzi più moderni ed attuali per rivivere gli anni della giovinezza,dell'adolescenza a Venezia. Mi hai offerto un computer (che io non so usare) per entrare in realtà in una gondola,per salire sui ponti,per traghettare a Burano e al Lido e godere di un 'atmosfera senza tempo fissata nella memoria di una vita. Hai saputo riavvicinarmi ai volti della venezia del '40 e del '50 ai sogni immensi,alle immense paure di una Venezia buia per la guerra ma che lottava con tutta l'acqua delle sue vene per restare libera creativa,dispensatrice di sogni. Mi hai ripresentato uomini grandi e uomini semplici, persone che sono state il nostro tessuto vitale,il nostro humus. Hai fatto evocare i paesaggi dove si svolgevano le nostre ore decisive e i nostri anni. E' passato quasi un secolo e Venezia è il nostro grande romanzo. Non basterebbero le pagine per dire tutto: eventi,cuori, cervelli, azioni,delusioni, speranze. Sono stata bene nel tuo viaggio. Si sono accese tante luci e mi sono anche commossa per la soluzione "futura"; l'arrivo dei genitori ormai morti e il loro convivere con vivi e morti in una kermesse ideale. E sento che c'è un perchè nel loro ritorno,molto profondo, detto e non detto. Grazie della presentazione, è un bel passaporto per la mia mostra e il miglior augurio. Tu hai capito- e dato un ordine a mille scintillanti frammenti. Chi ha vissuto a Venezia sentirà poesia leggendoti. Anche chi non la conosce ancora. Valeria



GIUDIZI DEI LETTORI

Il tuo libro mi e' molto piaciuto: e' proprio vero, lieve, gioioso e persino enigmatico, soprattutto alla fine deve chi non c'e' piu' e' proprio lui che sogna.L'onirico come realta'? (Luigia Pagnin, Venezia)

Il libro mi e' piaciuto molto per la leggerezza e per la nostalgia di cui e' intriso; e , cosa strana racconta aspetti importanti della tua vita che si e' svolta come la mia in tre importanti capitoli: vivere, riflettere, e ricordare. (Carlo Amat, Cagliari)

E' un libro bellissimo,agile,raffinato,fondato su una struttura originale, e sempre sostenuto da una cronaca rapida e intensa che insegue il lettore e non gli permette di fermarsi finchè non è giunto alla fine ! ( Neuro Bonifazi )

Un universo femminile improntato, si, verso il progresso sociale, ma soprattutto verso la prorpia fede e coscienza interiore. ...Il padre è per Serena la persona valida da stimare perchè non vede scissioni tra il corpo e lo spirito, ma soprattutto e colui che vede l'uomo al di là dei vestiti, delle apparenze" ( Nicoletta Ricci,Cisterna, Roma )



MESSAGGI DALLO SCHERMO (1986)
Dopo la “Nuova ondata”degli anni sessanta era sceso il silenzio sul cinema cecoslovacco. Eppure molti autori della generazione della nova vlna come Jires, Chytilova,Menzel, Jakubisko, Lipsky continuavano a lavorare e ad essi si erano affiancati nuovi autori nella fiction e nel cinema di animazione. Come Trancik,Hanak,Drha,Soukup,Svankmajer,Barta. Il libro guida il lettore alla scoperta di questa produzione degli anni ottanta e dei suoi messaggi diretti e indiretti che riflettono le inquietudini della società ceca e slovacca e del mondo contemporaneo










CERCARE ALTRE MANI (1979)

Pensieri di poesia,parole e versi : sogno,dissacrazione,speranza sull’uomo e sulla vita. ( Romolo Liberale)





DA CERCARE ALTRE MANI

La Disuguaglianza

Fermati non si passa
qual è la parola d’ordine?
non si passa perché sei bambino
non si passa perché sei donna
perche’ sei nero perché sei giallo
perché sei povero
diverso.
E’ vietato l’ingresso
dimmi la tua religione
dimmi il tuo partito.
Il tuo sesso è stabilito?
E poi ancora
non puoi entrare
perché sei vecchio
vedi la vita stessa
ti è proibita
e perduto è il tuo
lasciapassare.




VARIAZIONI ( 1995)


Nella poesia di Serena il verso conosce approdi dolenti e oasi serene: più gli uni che le altre perchè questo è lo scenario in cui l’umanità consuma se stessa.( Romolo Liberale )






DA VARIAZIONI

TV a colori

Seduti
davanti al video
seduti
il padre e la madre
sbriciolano nel colore
la loro crollata identità

Seduti davanti al video
seduti
si sciolgono nel colore
della dimenticanza
mangiucchiando
frutta secca.
Di là
nella stanza accanto
Di là continente lontano
Dalla finestra aperta
il figlio vola giù
con un breve
salto.





NUOVOCINEMA POLACCO - Da WAJDA E ZANUSSI AL QUARTO CINEMA (1981)

Il libro è una panoramica sulla generazione di cineasti polacchi degli anni settanta che punta l’obbiettivo sui meccanismi del potere,sulla ricerca della verità,sulla riaffermazione di principi morali e ideali nella sfera del cittadino e dell’uomo, sulla dimensione femminile. Temi e figure che travagliano anche l’intero mondo contemporaneo.





SERENISSIMA (1999)
Venezia è luogo di nascita spirituale di Serena, è il topos d’acqua,il liquido amniotico della sua identità finalmente ritrovata. La città dell’infanzia e della giovinezza viene rivisitata,scandagliata nei fondali inconsci. Il poeta interroga la sfinge liquida e nella poesia esprime tutto il proprio struggimento per il passato che si fa contemporaneo fantasma nel riaffiorare ( Valentino Zeichen)





DA SERENISSIMA

A Venezia
so come si entra
Ho le chiavi
Meglio di notte
per ritrovarla con pace assoluta
nella mente
le Fughe di Bach
stanza per stanza
aprono le porte:
Mia vecchia casa
Venezia…
Ondulazioni di prue,tagli di timoni
liquido tremolio,arte d’acqua
palazzi a testa in giù,vaporose facciate,
concerti di silenzio di sciacquio e di passi
camminare…e pensare






I MAESTRI DI PRAGA (1989)

Il film animato ceco e slovacco,degli anni 80 , attraverso le opere di 21 registi di grande qualità, dinamismo e pensiero. Il connotato comune di tanti stili e tecniche diverse è la ricerca simultanea dell’idea e dell’arte.


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